CHIESA DI SAN GIACOMO APOSTOLO (
da "La Chiesa di San Giacomo Apostolo in Ascoli Piceno" di
E. Felci e F. Laganà)
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La
chiesa fu realizzata con la pietra locale, il travertino, in stile
romanico nelle strutture generali, come le altre chiese ascolane coeve.
All'interno
fu decorata con una serie di affreschi realizzati da artisti rimasti
sconosciuti di cui diversi brani sono ancora oggi visibili.
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Nel
corso della prima metà del secolo XIV la chiesa fu completata: a questo
periodo dovrebbero appartenere i due portali più ricchi e la bifora posta
sopra l'abside; fu anche innalzato il campanile. Sulla trave che regge la
campana maggiore è incisa la data 1330.
Intorno
alla metà del secolo XIV
all'interno venne realizzata un'altra serie di affreschi, alcuni dei quali
ad opera del " Maestro di Offida", figura di primo piano della
pittura del trecento ascolano.
Nel
secolo XVI per l'abbattimento dell'abside pericolante e il trasferimento
del portale principale ad oriente la chiesa subì radicali trasformazioni
e deturpazioni che si conclusero con la chiusura delle monofore e
l'apertura di finestroni rettangolari; all'inizio del secolo XX era
arrivata al massimo degrado. Fu restaurata nel 1935-36 ripristinando
l'abside, le monofore e l'ingresso ad occidente e allora fu scoperto uno
strano ambiente sotterraneo, dotata di porta e copertura a capanna in
pietra.
L'esterno
si presenta con superfici lisce, ottenute dalla lavorazione accurata delle
pietre di travertino ,squadrate in modo preciso, rispettando per ogni fila
la stessa altezza; gli unici elementi che sporgono dalle superfici sono i
nove ganci di travertino, tre su ciascuno dei portali laterali, con i
relativi fori sottostanti per l'appoggio dei puntoni della mensola, che
erano utilizzati per appendere tele di copertura in occasione di
particolari festività. Il campanile, realizzato in seguito usa pietre
meno rifinite.
Nella
facciata, il rosone tipico delle chiese romaniche ascolane è formato da
dodici colonnette di diversa lavorazione. Sopra il rosone sono poste, a
forma di croce, cinque scodelle maiolicate: altro elemento simbolico
comune a molte chiese romaniche della città.
Il
portale dell'inizio del secolo XIV è inserito in uno strombo archivoltato
con colonnette tortili.
L'affresco
della lunetta è attribuito a Sebastiano Ghezzi di Comunanza.
Sui
fianchi della chiesa si aprono 4 porte laterali , due più piccole che
potano al presbiterio per l'ingresso del clero e due più grandi per
l'ingresso dei fedeli. Tra queste notevole per il valore artistico quella
del lato nord per i capitelli delle colonne tortili, la ghiera esterna
dell'archivolto le figure bestiarie e le sculture della lunetta; più
semplice, ma ugualmente suggestiva la porta del lato sud. Sui pilastri e sulle pareti si notano resti di affreschi per i quali è però difficile una analisi corretta.
Il
locale sotterraneo rinvenuto nel 1936 durante i restauri della chiesa è
sistemato a grotta a imitazione del Santuario della Madonna di Lourdes |