L’ARCOBALENO E CECCO D’ASCOLI
Nei giorni scorsi ho notato che sono state postate alcune foto di arcobaleni che sovrastavano Ascoli e quindi mi è venuto in mente di riguardare i versi dell’Acerba che parlano dell’arcobaleno.
Nel Libro I, che tratta i fenomeni naturali, al paragrafo IX vv 663 e seguenti ci sono infatti i seguenti versi:
a questi versi corrisponde il seguente commento:
(Versi e commento tratti da L’Acerba a cura di Achille Crespi)
In realtà Cecco cerca di spiegare ciò che si incontra anche oggi nei libri di fisica e che qui riporto:
“Un arcobaleno si può osservare solo in situazioni particolari: ci si deve comunque trovare tra il sole e, dalla parte opposta, vi deve essere una regione del cielo ancora investita dalla pioggia. Il sole, come vedremo, dev'essere sufficientemente basso all'orizzonte. L'arcobaleno appare sempre dalla parte opposta ai raggi solari per cui, rivolto all'arcobaleno, l'osservatore ha sempre alle spalle il sole.”